
Frame Generation e DLSS 3
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L’advergame è un miscuglio di parole inglesi tra Advertise (Pubblicità) e Game (Gioco). L’Advergame si tratta di videogiochi realizzati con l’intento di inserire messaggi o campagne pubblicitarie per aumentare la Brand Awareness, ovvero la conoscenza di un determinato brand.
Gli Advergame sono titoli gratuiti scaricabili dal web e accessibili a tutti gli utenti, in modo da coinvolgere l’utente con un gioco semplice ma accattivante, e promuovere in modo non intrusivo il marchio che vuole promuovere.
Gli obiettivi di marketing per cui vengono utilizzati i videogiochi promozionali sono primariamente:
Con l’advergame si può effettuare marketing pubblicitario, comunicando caratteristiche di un prodotto o di un servizio divertendo l’utente con sinergia.
I primi cenni di Advergame risalgono al 1983 con il noto “Pepsi Invaders”, un clone di Space Invaders per Atari 2600 distribuito in cartucce; nel gioco gli invasori sono simboli di Pepsi e il cannone che spara è la bottiglia di Coca-Cola. In Italia il primo Advergame fu sviluppato da Artematica, un azienda si sviluppo software e videogiochi che, per una campagna Ferrero fece talmente tanto successo che negli anni a venire firmò un contratto pluriennale per lo sviluppo di Magic Kinder.
Secondo una società di consulenza Newyorkese, la KPE, esistono tre tipi di advergame, classificandoli per “Associazione, Illustrazione e Dimostrazione”:
Hanno un basso livello di integrazione e principalmente mirano a collegare il brand che si vuole promuovere come ambiente, stile di vita o attività rappresentate nel gioco. Per esempio un gioco come il beach volley raffigurante una spiaggia calda e affollata, dove attorno al campo di gioco sono raffigurati dei cartelloni con una bibita fresca; in questo caso l’utente assocerebbe caldo, spiaggia, sport, divertimento, sete alla bevanda raffigurata nei cartelloni. L’associazione è più efficace quando il contenuto e il tema del gioco rinforzano l’immagine del brand, perché in tal modo si fa forza sull’emozione, creando un coinvolgimento sensoriale ed emotivo.
Un’efficacissima campagna di advergame associativo è stata fatta da Jack Daniel’s per il festeggiamento del 150° anniversario. Il gioco Real Pool dove nel quale il logo “Jack Daniel’s” era fortemente visibile agli occhi del giocatore. L’obiettivo era quello di incrementare la brand awareness e il click-through rate verso il sito aziendale di Jack Daniel’s. L’effetto finale è stato che il sito della società produttrice del whisky ha ricevuto una notevole crescita di contatti incrementando il click through rate dal 0,42% al 2,22%.
Sono i videogiochi dove il brand diventa il protagonista del gioco, cioè l’oggetto da utilizzare o trovare per completare lo scopo del gioco. Un esempio pratico è Flip the Mix, il videogioco lanciato nel 2002 di M&Ms dove il giocatore deve incolonnare o mettere in riga i confetti di cioccolata, acquisendo un punteggio per ogni riga che riesce a completare.
Una variante sono gli advergame a obiettivo, in cui il prodotto è l’obiettivo del gioco per il passaggio del livello. Arrivare, dopo una serie di ostacoli, all’entrata nostro punto vendita virtuale, oppure comporre un puzzle elettronico il cui risultato è l’oggetto da promuovere ne sono esempi. In questi casi si cerca di dare risalto al valore finale del prodotto.
Sono i Videogiochi classificati come soddisfacenti, con un alto livello di integrazione, interattività e coinvolgimento tra giocatore e prodotto. Gli Advergame dimostrativi offrono la possibilità al consumatore di “provare” virtualmente il prodotto all’interno del gioco. Un esempio fu il gioco Vince Carter della Nike il cui giocatore entra nei panni del campione di basket che poteva testare le differenti performance delle nuove scarpe durante una gara.
Gli Advergame dimostrativi sono i videogiochi più completi, ma anche quelli con i costi più elevati, inoltre è necessario che siano il più possibile semplici in modo che gli utenti che giocano non debbano abbandonarlo perchè non semplice o troppo complesso.
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